Non scherziamo mica! La Sicilia è una destinazione che presenta più dimensioni, non bastano pochi giorni per arrivare a comprenderla nel profondo e nemmeno una vacanza che abbia un solo mood: che sia culturale o naturalistico.
La vacanza siciliana ideale si realizza attraverso tutti i sensi e tra questi, importante è il gusto. Se nel mondo ci sono città che possono identificarsi in un solo prodotto tipico, le città siciliane hanno a disposizione una vera e propria enciclopedia legata allo street food. In pieno rispetto del trend tutto italiano che dice come il 52% della popolazione acquista piatti della propria tradizione.
UN PO’ DI STORIA
Lo street food o cibo di strada risale ad oltre 3000 anni fa. Siamo in Grecia ed è facile immaginare venditori ambulanti che distribuiscono piatti semplici e veloci come minestre di fave o zuppe di ceci. Dalla Grecia al porto d’Alessandria, nell’antico Egitto e qui inizia a farsi strada il fritto di pesce e gli spiedini di carne. Se poi ci spostiamo all’antica Roma, troviamo i primi banconi con vista sulla strada, tradizione che poi ha contaminato le abitudini medievali con cibi creati proprio per essere mangiati senza posate (pensiamo ai “pates” francesi o le famose “pie” inglesi, fino all’odierno “fish and chips”). Arriva in Sicilia grazie alle numerose influenze arabe, greche ed europee.
DA NECESSITÀ A STILE
Mangiare sulla strada poteva essere una necessità, come per necessità alcune pietanze (oggi must) furono create perché povere nelle materie prime e nei costi. Oggi è uno stile interpretato al meglio dai giovani di tutto il mondo, tanto da scegliere dei veri e propri tour enograstronomici di strada e quindi, la creazione di un intero ecosistema legato allo street food: food-track, programmi dedicati e nuovi servizi. Oggi lo street food è un tratto distintivo di ogni territorio, anzi lo street food identifica il territorio. Grazie ad esso lo comprendiamo, attraverso lo studio e la conoscenza dei prodotti tipici comprendiamo il perché si mangi un determinato prodotto piuttosto che un altro. Una vera e propria bandiera per la città che lo ospita.
LINGUAGGIO, ARCHITETTURA, MUSICA
Lo Street food è linguaggio (pensiamo alla battaglia tra arancina e arancino), lo street food è anche architettura, colora i luoghi, arricchisce grazie alla musicalità dei suoi interpreti: pensate alla Vuccirìa di Palermo senza ambulanti e banconi di cibo. Lo street food riempie i luoghi, li anima. Dona identità. Forse è anche per questo che luoghi come la Sicilia presentano identità forti, un too much che all’estero è adorato e che racchiude il vero tesoro di un’accoglienza unica al mondo. Grazie alle influenze culturali, alle dominazioni, agli input lontani e vicini la Sicilia ha maturato volumi e volumi di tradizioni che non possono essere semplificate in un post.
10 TIPICITÀ (E SONO POCHE)
- Calia e simenza
- Pani câ meusa
- Pani cunzatu
- Cannoli
- Pane e panelle
- Arancin*
- Sfincione
- Stigghiola
- Scaccia
- Frittola
UN FESTIVAL A POCHI KM DAL SARACEN
Dal 2 al 5 giugno a Castellammare del Golfo, non molto distante dal Saracen Sands Hotel, avrà luogo il Sicily Food Festival. La settima edizione offrirà il palcoscenico oltre che allo street food, anche ai birrifici artigianali e alle realtà di qualità della dieta mediterranea. Il festival itinerante nato nel 2019 farà tappa a Castellammare del Golfo per una tre giorni che permetterà agli amanti del cibo di strada di raccogliere tantissime informazioni sul mosaico complesso dell’identità siciliana. Durante l’evento, sarà possibile assistere a Cooking Show di Street Food, seminari legati al mondo delle birre artigianali, concerti, intrattenimento per bambini, cabaret e walking tour di Castellammare del Golfo. Giusto per darvi un’idea concreta di quanto anticipato in questo piccolo articolo.